IL CASO ILVA DI TARANTO

DA SEGRETERIA OR.S.A. SCUOLA

IL CASO   ILVA

Il  «Caso Ilva» è uno di quei classici casi in cui non esiste una soluzione positiva. Qualsiasi strada si imbocchi è in salita. La chiusura avrebbe un alto costo: ci perde la città, ci per­de chi perde il lavoro, ci perde tutto  il Sud.

Il problema ILVA  è una questione politica e, dal punto di vista ambientale,   andava affrontata nel corso degli anni .  Anche in questo caso si constata che il potere giu­diziario straborda, chiudere lo stabilimento non spetta ai giudici . Se tutto ciò è  una questione ambienta­le, allora  tocca al governo e alla Regione intervenire immediatamente, però, senza ulteriori perdite di tempo.

Anche la Fiom,vede la chiusura  dell’ ILVA come un  di disastro,

Il proble­ma è capire dove finisce il potere dei tribunali e dove comincia quello politico, dove sta il confine. In Italia abbiamo  una magistratura che ritiene di avere una sacralità al di sopra di tutto e di tutti .

D’altra parte si parlava della possibilità di candidare la  Finocchiaro  al Quirinale ed oggi ci saremmo ritrovati   Presidente del Senato  Pietro Grasso e  Presidente della Repubblica  Anna Finocchiaro (due magistrati.)
Ma dov’è  finita  la separazione dei poteri : il Potere Legislativo e quello Esecutivo?
I magistrati  non devono essere considerati  cittadini al di sopra di ogni sospetto, ma semplicemente cittadini come tutti gli altri.

E in Italia è una questione  vecchia quella della divisione dei due poteri che nessuno ha voluto risolvere., mentre al contrario dev’essere risolta al più presto , in quanto rappresenta la base democratica del paese  . Un magistrato non può decidere la politica industriale di un Paese e non è possibile consegnare  l’Italia sia nelle mani della magistratura.

Secondo  la magistratura.  «gli impianti dell’Ilva producono emissioni nocive ,ma lo stesso procuratore generale a Lecce,  ha candidamente dichiarato: «Dobbiamo chiarire se il sequestro che abbiamo disposto ha una valenza scientifica, storica e legale». . Probabilmente la valenza legale c’è. La Regione Puglia, infatti, si vanta di avere fissato i limiti più restrittivi al mondo sulle emissioni di diossina, prevedendo, nel caso di superamento, proprio l’arresto degli impianti. Se c’è allora un vero colpevole, per il provvedimento della magistratura, è proprio la Regione Puglia che imponendo limiti inutilmente (e dannosamente) restrittivi mette fuori-legge anche la più virtuosa delle aziende.

Sembra che i magistrati, da qualche tempo,  abbiano preso di mira le maggiori industrie italiane.. Il maggior polo siderurgico europeo, l’ ILVA  di Taranto, da mesi sotto attacco e sull’orlo della chiusura, oltre ad altre grandi aziende Italiane . Viene spontaneo  chiedersi: ma la magistratura italiana lavora per gli italiani oppure per le aziende estere che vorrebbero prendere il posto lasciato libero dall’ Italia, già tante piccole aziende hanno dovuto chiudere perché non riescono a competere con i prezzi che effettuano i negozianti cinesi. C’è anche da chiedersi: perchè tutto questo accanimento contro l’industria siderurgica o quella degli armamenti o quella delle costruzioni navali o aereonautiche?E’  lecito , quando ci sono in gioco migliaia di posti di lavoro,  posti di lavoro di italiani e il benessere delle loro famiglie, che la magistratura intervenga in modo quasi dittatoriale per  bloccare tutto.  E per di più in questo periodo di gravissima crisi dove anche un solo posto di lavoro è molto più importante del protagonismo di tanti magistrati.